ASSOCIAZIONE CULTURALE "TEMPI NUOVI"

Blog di informazione e discussione sulle attività della associazione

giovedì 4 giugno 2009

"Ecobugie all'italiana" di Mario Tozzi

Ambientalisti come gli italiani ce ne sono davvero pochi al mondo, e non siamo sicuri che sia una sfortuna. Odiamo l’inquinamento atmosferico, raccogliamo correttamente i rifiuti, risparmiamo l’acqua in casa e costruiamo con giudizio. In realtà l’italiano medio si descrive molto migliore di quanto non sia e prova ne sono i dati che emergono analizzando i singoli temi in cui siamo teorici campioni del mondo dell’ambiente.

La stragrande maggioranza degli italiani pensa che l’inquinamento sottragga piaceri essenziali della vita, ma poi possediamo 35 milioni di autoveicoli e, su 1 km di strada, ne circolano 80 (contro i 42 degli Stati Uniti e i meno di 40 in Spagna). E a Napoli, per fare un esempio, ci sono 5500 auto per kmq che nemmeno a Hong Kong. In pratica, su 100 cittadini che si muovono per andare a lavoro, ben 72 usano l’automobile: chi saranno gli inquinatori, quei 5 che vanno in moto o i 13 che vanno a piedi?

Dopo l’inquinamento gli italiani sono soprattutto spaventati da un futuro senz’acqua: come mai allora 40 litri su 100 vengono dispersi dalla rete idrica potabile nazionale (con punte del 60 per cento in Sicilia)? Per quale ragione nelle nostre campagne si irriga come duemila anni fa, deviando un canale a prescindere dal tempo che fa e dalle necessità? E, soprattutto, perché piantiamo il prato all’inglese anche in Sicilia e vogliamo il campo da golf in Sardegna o siamo passati dal frumento al kiwi consumando dieci volte più acqua?

Noi italiani siamo ossessionati dal problema dei rifiuti, specialmente dopo l’emergenza campana, e addirittura i tre quarti ritengono di fare correttamente la raccolta differenziata. Non si spiega allora perché la nostra percentuale di raccolta differenziata sia ancora a circa il 25 per cento, con punte, si fa per dire, di meno del 10 per cento. Il clima, invece, ci preoccupa meno e se farà più caldo chi se ne importa, tanto c’è l’aria condizionata: forse per questo siamo così indietro nel rispetto del protocollo di Kyoto e forse per questo sprechiamo così tanta energia. Quando poi pensiamo alle energie rinnovabili pensiamo soprattutto al solare e magari osteggiamo le altre per via degli impatti paesaggistici. Ma allora perché da noi il solare incrementa alla straordinaria velocità di circa 5 MW/anno, mentre in Germania si marcia a oltre 150 MW/anno (l’Italia ha il 56 per cento di insolazione in più della Repubblica tedesca)?

Siamo attenti a non ingombrare il territorio di nuove costruzioni e, anzi, molti giudicano male i provvedimenti governativi che consentono di ampliare le abitazioni. Nei fatti, invece, in Italia si divorano ogni anno 250 mila ettari di territorio e qui è stato coniato il termine condono edilizio, che non è traducibile in nessuna lingua moderna conosciuta, e che ha contribuito a distruggere oltre 3.663.000 ettari di territorio negli ultimi quindici anni. Da noi il consumo di cemento raggiungerà il picco di 220 milioni di tonnellate per soddisfare la domanda relativa solo all’ampliamento del 20 per cento del nuovo piano casa, in un Paese che è già al primo posto in Europa nella produzione, con 47 milioni di tonnellate/anno (800 kg cemento/uomo/anno). La Germania ne produce 33 milioni, la Francia 21 e la Gran Bretagna 12, tanto per dire di paesi sottosviluppati.

E il confronto con gli altri Paesi è davvero impietoso: in Germania la soglia di consumo di territorio è 43-44 mila ettari all’anno, un sesto appena dei nostri ritmi più recenti. In Gran Bretagna l’allarme per l’erosione dei suoli liberi e/o agricoli venne fatto suonare già negli Anni 30 e si concretizzò nel 1946 col New Towns Act e l’anno seguente col Town and Countries Planning Act, con la individuazione delle «green belts», cioè delle cinture verdi a protezione delle città. In questo modo la punta di 25 mila ettari consumati in dodici mesi negli Anni 30 in Inghilterra e Galles è stata abbattuta ad appena 8 mila ettari annui nel decennio 1985-96. Molto di più di quanto consuma la sola Sicilia ogni anno.

Riduzione dell’inquinamento, risparmio di acqua, riciclaggio dei rifiuti, energie rinnovabili, minor consumo di territorio, questi i cardini di una Giornata dell’Ambiente come si deve. Gli italiani si ritengono ecosostenibili a tutti i livelli, dal singolo cittadino all’azienda, dall’amministratore all’industriale, ma in realtà si raccontano solo un sacco di bugie. Del resto questa pare la tendenza generale.

http://www.lastampa.it

Nessun commento: